Cosa è il job crafting? Come entra in relazione alla multipotenzialità?
Non è semplice definire cosa sia il job crafting. Per quanto job abbia una etimologia complessa qui dobbiamo considerarlo come lavoro e concentrarci su come questa parola entri in relazione a quella che la segue. Craft può significare “artigianato”, “attività manuale”, “mestiere”, “abilità” in una determinata arte.
Nel nostro caso, il job crafting non fa riferimento al lavoro artigianale o manuale, ma a una particolare forma di artigianato del lavoro.
Dal 2000 a oggi si è parlato molto di job crafting in diversi ambiti, dalla psicologia alla sociologia, innescando un vivissimo dibattito e sviluppando un’ampia letteratura.
La definizione più comune di job crafting è quella formulata in uno studio di Amy Wrzesniewski e Jane E. Dutton del 2001. “Il job crafting identifica un insieme di comportamenti proattivi volti a modificare e ridefinire i confini lavorativi mutando i compiti e le relazioni previste dal proprio ruolo”.
Per approfondire vi allego il documento relativo allo studio. Creafting a job: revisioning employees as active crafter of their work.
Il job crafting può essere quindi inteso come una forma di job design e indica tutti i comportamenti, le scelte e le attività di un lavoratore volte a modificare alcuni momenti o contenuti del proprio lavoro per renderlo più soddisfacente e stimolante per se stesso.
Si tratta di modifiche che rientrano nel campo d’azione del lavoratore e che non sono determinate dalla direzione manageriale.
In pratica un lavoratore può modificare dei “modi di fare” o delle procedure per intensificare il piacere di svolgere il proprio lavoro, ma anche migliore il proprio contributo nel team e, in generale, la conoscenza e l’efficacia del team stesso.
“L’iniziativa personale dei dipendenti nel plasmare il proprio lavoro e influenzarne le caratteristiche per dare un senso a quello che fanno e raggiungere una maggiore soddisfazione lavorativa porta ad un ripensamento dei tradizionali processi di job design”. (Barbara Quacquarelli in Job crafting: diventare artigiani del proprio lavoro, Ledizioni per Biccoca Training and Development Centre, 2016)
Job crafting e multipotenzialità: una questione di equilibrio
Oltre alle best practice del job crafting, secondo me è molto importante concentrarsi sull’importanza dell’equilibrio tra ciò che è determinato dall’organizzazione e il crafting che ogni lavoratore o un team può sviluppare per auto-migliorare gli aspetti ritenuti più rilevanti.
Come ad esempio la varietà, la rapidità o la condivisione di conoscenza.
Questo equilibrio dipende dalla tipologia di azienda e dal ruolo del lavoratore.
Il concetto di crafting, di modellare la propria attività lavorativa, può essere accostato per diverse ragioni alla teoria e applicazione della multipotenzialità.
La multipotenzialità è una forma aperta di design della carriera basata sulle scelte del soggetto stesso in relazione ai propri talenti, al contesto sociale, economico e culturale e ai propri bisogni.
Anche nella multipotenzialità l’equilibrio è molto importante. Non solo tra le varie attività nelle quali proviamo e sviluppiamo i nostri talenti, ma anche nelle relazioni con gli altri – team, leader e quindi l’azienda per la quale lavoriamo – e tra i nostri bisogni, primo fra tutti quello di guadagnare.
“Cosa posso/possiamo fare?” e “Quando e come posso/possiamo modellare ciò che sto/stiamo facendo?” sono questioni molto importanti nel job crafting, così come, per altri versi, lo sono per un multipotenziale che costruisce e modella la sua carriera molteplice. Si tratta di diverse forme di realizzazione del lavoro (e nel lavoro) che hanno alla base un delicato rapporto d’equilibrio: la capacità sta nel non compromettere questo equilibrio. In tal caso sarebbe impossibile una realizzazione completa.
Altro aspetto molto importante per un multipotenziale è sempre quello di far confluire efficacemente nelle varie attività i talenti e le capacità sviluppate. Questo può facilitare processi di job crafting, ad esempio creando connessioni utili tra diversi approcci e conoscenze.
Riassumo alcuni punti in comune:
- L’importanza di modellare il lavoro e la carriera.
- Confluenza di capacità, approcci e conoscenze.
- Obiettivo comune: realizzazione professionale.
- Creazione di soluzioni innovative nel lavoro (e che possono determinare gli sviluppi della propria carriera).
- Equilibrio tra bisogni e contesto.
- Studi e letteratura su multipotenzialità e job crafting si sono sviluppati contestualmente a una maggiore attenzione per la soddisfazione nel lavoro e del lavoratore.
- Per entrambi è importante ci sia un contesto favorevole alla proattività individuale.
Un atteggiamento generale di chiusura verso il job crafting e la multipotenzialità limita le possibilità di risultati positivi per l’azienda e per il lavoratore, anche nel caso di un individuo multipotenziale.
Job crafting e multipotenzialità: una questione di equilibrio
Conclusioni
Chiaramente job crafting e multipotenzialità non sono la stessa cosa. Alcuni punti però sono comuni, sia a livello teorico che pratico. Infatti, job crafting e multipotenzialità sono concetti che recentemente sono entrati nel dibattito relativo all’organizzazione aziendale e all’intervento del lavoratore. Anche se il dibattito sul job crafting è in generale molto più vivo di quello sulla multipotenzialità.
Sarebbe stato impossibile parlare di entrambi in forme aziendali chiuse come quella di impostazione fordista. Sarebbe interessante comprendere quanto e come l’attuale cultura digitale e informatica abbia aperto nuove possibilità di crafting.
Nella pratica, job crafting e multipotenzialità richiedono ampiezza di visione, versatilità e una notevole capacità di costruire un equilibrio tra soggetti, mansioni e organizzazione aziendale.
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Per avere un quadro più ampio, ti consiglio di leggere un altro articolo dove accosto multipotenzialità e minimalismo accomunati dal valore della scelta.
Fammi sapere secondo te quali altri aspetti legano la multipotenzialità e il job crafting o la multipotenzialità e il minimalismo.
Scrivimi qui sotto, sui social o in privato.
Ci sentiamo presto,
Fabio.